Odori, sapori, ospitalità, atmosfere di una volta… | Odysseo

2022-09-03 03:12:39 By : Ms. Emily Wang

Sono solo tre, i piani, agevolmente li si potrebbe salire tutti d’un fiato, ma a partire dalle prime rampe le gambe fanno una gran fatica per superare il dislivello tra un gradino ed un altro. Alla fine, messe duramente alla prova, invocano almeno il rallentamento del ritmo per il salto di battuta che viaggia sui venticinque centimetri, un po’ troppo per gli arti umani, di cuccioli o artrosici.

Quando arrivi sul pianerottolo con accesso all’abitazione e al terrazzino, lussureggianti piante avvolte nel crepuscolo della fresca serata, il fiatone si fa copiosamente sentire. I polmoni, mantici vigorosi di nere officine evocanti ancestrali maniscalchi, succhiano avidamente aria a spron battuto, e imperiosa è la voglia di sostare per riprendere energia.

Riprendi a respirare serenamente, equilibri la frequenza cardiaca, ghiotta occasione per cominciare ad assaporare le fibrillanti voci che inondano a profusione il vano scala e annusare le atmosfere chiassose, spensierate, genuine, umili delle magiche case delle nonne di una volta, sempre aperte alle comari, alle vicine, alle cognate, alle sorelle, ai fratelli, ai nipoti, ai vecchi genitori…tremolanti.

Affacciata alla bassa inferriata Sofia, una bambina protesa versa la pubertà. Volge il capo, ti viene incontro, splendidi i suoi occhi cerulei, voluminosa la chiara capigliatura, ampio e caloroso il sorriso che si avviluppa inestricabile al tuo. Il colorito del suo incarnato evoca campi primaverili con papaveri i cui petali virano verso le tonalità più ardenti.

Un’ovale targa di ceramica sovrasta il portoncino d’ingresso “Questa casa è aperta al sole, agli amici, all’allegria…”, invito allettante, che invoglia a varcare senza remore la soglia. Calde e tenui le tonalità della luce soffusa del corridoio. A sinistra un’originale stanza da letto, dislocata a più livelli, per la presenza di gradini coperti da vissuti tappeti, in fondo una comune sala da pranzo servita da un cucinino.

Un caminetto crepita allegramente, e il suo bagliore crea instabili luci ed ombre sulle  pareti, ricoperte di quadri. Le lingue di fuoco di vigorosi ceppi di ulivo, dondolandosi, mirano dritte verso le sommità fuligginose.  Sul lettone Mario, ruvida incipiente barba, padre gongolante, elargisce calore e sicurezza con le sue voluminose falde corporee a Penelope, un batuffolo umano. Solo qualche mese addietro la piccina, che spalanca all’improvviso i vispi occhi neri, nuotava allegramente nella pancia di Emilia, intenta ora ad arrostire fave macerate in acqua, assieme ad Irene, la secondogenita.

Riscalda il cuore un familiare caminetto, sì, ma congiuntamente ti rimembri che le particelle di combustione presenti nell’aria, sono responsabili di circa la metà delle malattie polmonari per i numerosi composti tossici e le polveri sottilissime. Qui in casa, comunque, sembra che ci sia un buon tiraggio e filtraggio che fanno volatilizzare le sostanze inquinanti, a tutela della salute.

Di fronte, accalcati su uno scompigliato divano, intorno allo spilungone Domenico, testa a specchio, folti baffi e barbetta, bambine e bambini di ogni età che parlano, raccontano, gesticolano, salgono, scendono, si rincorrono, ridono, mangiucchiano, si nascondono, riappaiono, strillano. Mani e piedi perennemente in moto. Sguardi sinceri. Occhi sprizzanti gioia, empatia, euforia. Paonazzi, i volti sereni, fiduciosi della vita. Beati loro! Fanno capolino anche sberleffi infantili carichi di leggerezza ed umorismo.

Ecco Milena, madre di Alessandro, Marco e Nicolas, dolcissima, un fremito, per l’abbraccio avvolgente che riscalda il cuore. Più in là, intorno al tavolo, Elvira, occhi splendenti, naso che richiama il profilo di un’inerbata sella su un morbido crinale di montagna. Addossata a una parete, la giunonica Elena, l’anfitriona, gongolante per l’ingorgo della marea di gente, che la luna fa salire, scendere, sedere, alzare, passeggiare, assaggiare, riordinare, toccare. Tutti si sentono a casa loro! Non poteva mancare Tina, ospite quotidiana, che in una guantiera avita offre tazze di caffè fumante erogandolo con una corpulenta macchinetta.

Nell’aria fatica a diradarsi il bouquet di effluvi, aromi, profumi, sapori diffusi dalle leccornie che ciascuna delle famiglie ha elaborato con amore per il pranzo conviviale: sul terrazzino un aperitivo a base di hummus di ceci e pane carasau, torta rustica con cavolo nero e uvetta, frittata di spinaci. L’ampio tavolo interno, bandito con diverse portate… favetta, pasta di piselli al forno, cannelloni vegani, terrine di pesce e patate, seppie e calamari con i broccoli. Programma rispettato, ma anche improvvisazione, fantasia, ritmo. Stile superiore ai costosissimi 5 stelle, spirito nettamente diverso. C’è da leccarsi i baffi e poi…svenire!

Arriva Giovanna, madre di Orlando, volto solare venato di malinconia, moglie di Marco, rabdomante, sensibilità che vede e sente le invisibili energie della terra, abilissimo nel realizzare orti sinergici, figli della permacultura, l’ultima spiaggia per salvare la vita sulla terra dalla devastazione delle monocolture e dei prodotti chimici, offrendo cibi sani e amore della vita nella sua biodiversità.

D’un tratto, l’ampio tavolo si riempie di bustoni contenenti cenere, cucchiai di legno, setacci, vasellame. Tutta la ciurmaglia irrompe all’opera con entusiasmo e curiosità, la cenere si lascia filtrare docilmente, mentre i residui carboniosi prediligono la discarica dell’indifferenziato.

Tutti orchestrali e direttori di orchestra per l’intero spettacolo. Il ballo, però, ora lo dirige, Giovanna.  “Un tempo in tutte le case, umili e facoltose, si produceva la liscivia, oggi si prelevano distrattamente dagli scaffali dei negozi le confezioni più ammiccanti di detersivi. Da anni preferisco produrla, verificando gli innegabili vantaggi, ed azzerando costi economici, umani ed ambientali. Semplice la realizzazione, un bicchiere di cenere e cinque di acqua, in proporzione”, confessa.  Procede agevolmente riempiendo un grosso pentolone con i semplici ingredienti, che devono rimanere sul fuoco a bollire. Dopo un paio di ore, la liscivia, colore dorato, galleggia, sul fondo si deposita la pasta di cenere. “Il liquido, carico di idrossido di sodio o di potassio, lo adopero per fare il bucato, detergere posate, stoviglie, pentole e indorare le olive. La pasta sottostante è un ottimo abrasivo” aggiunge l’esperta casalinga

Arriva Emilia, con un saltellante vassoio di fave appena abbrustolite.  Il pensiero corre ancora una volta al mitico tempo delle nonne, quando ceci e fave venivano arrostiti nel braciere che affratellava ed assorellava parenti e vicini, piccoli e grandi nelle rigide giornate invernali.

D’incanto fa irruzione uno sciame di cuccioli umani, calamitato dal grido “le fave arrostite, le fave arrostite!”, api attratte dai profumi e dal polline. Uno spingi spingi, un “a me! , a me!”, poi i polloni si allontanano festanti con un pugnetto caldo in mano, sgranocchiando con la bocca. Sedotti da un gusto che non ha nulla da invidiare, anzi! , alle costosissime e micidiali patatine fritte, alle merendine, agli snack e tanto meno ai cellulari, messi spontaneamente al bando, oggi.

È la volta del sapone liquido di Marsiglia. Mani affusolate o grassocce, esperte o alle prime armi, scartano i pezzi delle confezioni acquistate ieri nei supermercati, e subito entrano in azione grattugie affamate. Infinite scaglie si adagiano come piume svolazzanti di neve bianca in una pentola e navigano fino ad affondare miseramente e dileguarsi. Di tanto in tanto, come da finestre spalancate, si affacciano i rampolli, chiedendo, curiosando ed armeggiando.

Sera inoltrata, uno spicchio di cielo trapuntato da stelle baluginanti si affaccia sul terrazzino. Elena, addossata alla ringhiera, saluta con mani festanti la folta pattuglia di ospiti, effervescenti, che già si prenotano (sfacciati! privi di pudore!) per altre convivialità ed esperienze coinvolgenti, aggiungendo provocatoriamente ma anche con sincerità disarmante “più saremo, meglio staremo!” Rimbomba dalle rampe inferiori un corale ringraziamento, mentre i flaconi riciclati dei detersivi biologici appena prodotti, dondolandosi, partecipano alla gioia collettiva. Anche il mare, la terra e l’aria ridono. Di gusto! Il sorriso di una saggia seduta yoga che rilassa e fortifica.

Splendida e minuziosa descrizione di una giornata zeppa di emozioni e sensazioni antiche dove le donne riunite emettendo grande energia, energia antica che arricchisce le nostre anime.

Sembra di essere tra gli ospiti. Molto bello e gratificante!!

Mimmo sei il solito poeta della “scosce”!…dei frammenti, delle briciole, delle piccole cose che fanno grandi i sentimenti e le comunità. Mai come oggi è ciò di cui abbiamo bisogno.

Qli odori, i sapori, ospitalità e atmosfere di una volta, non sono realtà irraggiungibili del passato, ma scelte possibili. Siamo stati trascinati, da forze contrarie alla vita, con subdoli metodi che hanno creato profonde divisioni sociali. Abbiamo, di volta in volta, accettato proposte allettanti che hanno creato espropriazioni della libertà e conseguente degrado della qualità della vita. È importante scegliere di tornare alla cultura della Vita, rinunciando con forza alle attraenti pubblicità verso mete, il quale frutto è il male. Grazie per il contenuto di bellezza, proposta nel tuo articolo.

Un articolo ben scritto che ci riporta al vero significato della vita: i rapporti famigliari e di amicizia. Molta preziosa e articolata la descrizione delle varie specialità culinarie del territorio. Come sempre, con il tuo tocco di penna poetico, hai messo sull’articolo la ciliegina. Bravo Mimmo !

Tra le righe di questo articolo, traspare la magica atmosfera solare e gioiosa di una giornata vissuta tra persone che si vogliono bene e che stanno veramente bene, visitate da uno “spirito” che si aggirava con la sua macchina fotografica a cogliere i momenti più intensi con discrezione e rispetto.

Un tuffo nella semplicità, le inquietudini sul tempo presente si moltiplicano. Tornare indietro potrebbe consentire al l’umanità di andare avanti?

Il passato remoto che si fa presente, che riannoda vecchi ricordi con le odierne esigenze del sereno vivere quotidiano, del camminare a passo corto, e lento e godere delle cose semplici e genuine.

Bel processo quello di Produrre la lisciva dalla cenere, i detersivi naturali, ma raccontarlo squisitamente nel intorno familiare e quotidiani col suo amore per le cose semplici ma piene di significato, non poteva que essere Domenico Dalba.

Beate quelle persone ammesse ad entrare in queste case fatte di gente vera, semplice, che dimora oltre un portale spazio-tempo che puoi varcare solo se hai l’animo puro ed un cuore grande; perché in pochi sono capaci di cogliere tutte quelle sfumature che fanno di questi luoghi del cuore sempre più rari un patrimonio dell’umanità.

Quando l’ho letto ho fatto un tuffo nel mio passato e mi ha emozionato. Molto bello

Ogni volta sei capace ,attraverso i tuoi racconti , di trasportarmi nel passato, alla mia infanzia e a quegli odori antichi che ormai non si sentono più , come le grida dei bimbi quando tutti insieme ; fratelli cugini e conoscenti si riunivano per far festa..o solo per stare intorno al fuoco…Il racconto è dettagliato nei minimi particolari con associazione di metafore ed io mi sono sentita parte del racconto…Che bellezza la spontaneità!!!

Trovo l’articolo alquanto ridondante. Può essere un freno che spinge il lettore all’abbandono. Ma avvertendo la pregnanza emotiva che riesci ad infondere nei cuori, le stesse ridondanze si rivelano pennellate di un artista intento alla rappresentazione di un sogno. Sì, Mimmo, a volte fai sognare. Riesci ad essere mitopoietico e questo è il decisivo del nostro esistere. Grazie

Leggendo ho rivissuto la quotidianità di una giornata assolata e ricca di sapori del mio paese natio! Bravissimo!

Quando ci porti indietro nel tempo ci fai rivivere emozioni che il tempo ha cancellato dalla vita quotidiana ma rivivono nel nostro cuore. La famiglia, i parenti, i vicini, gli amici, il cibo, la cucina i bimbi ecc… hanno una dimensione diversa da quella odierna. Un tempo avevamo poco di tutto e ci sentivamo sempre vicini gli con gli altri. Oggi abbiamo tutto o quasi e in quantità ma stiamo perdendo la cosa più importante: il senso della vita è della umanità . La tua descrizione è una combinazione di poesia e prosa che ha toccato profondamente il mio cuore. Grazie Domenico .

Leggendo ho rivissuto la quotidianità di una giornata assolata e ricca di sapori del mio paese natio! Bravissimo!

Grazie di cuore. Le riflessioni e le emozioni di chi scrive assieme a quelle di chi legge sono una grande occasione per tutti per avviare o continuare un processo di consapevolezza.

In una cornice degna di bellezza, immagino un dipinto prezioso. Ricco di poesia, di luce, di grazia, di colori che danzano con freschezza e armonia. Insomma equilibrio, sobrietà e profonda luce che lo sguardo attraversa. I tuoi racconti vanno ben oltre! Premetto di amare il cinema, il teatro, l’arte, nel mio piccolo. Ma cogliere centinaia di preziosi dettagli, proiettati in un’immagine è strabiliante. Grazie, Domenico

Un tuffo nel passato Mi sveglio Il sogno è svanito Maria

Un’emozione davvero intensa leggere questo testo! Grazie mille Domenico

Un racconto seppur poetico ,a tratti viene disturbato da termini tecnici che ne rovinano il fine essenziale.

Ciao, Ferdinando, grazie per il tuo commento, che rileva, con fine senso critico ed urbanità dei modi, una certa “ridondanza verbale” e precisa nel contempo pregevolezze contenutistiche ed emozionali del pezzo. Viva l’onesta di pensiero e la schiettezza! L’autenticità del vivere con sé stessi e gli altri! Con i tempi che corrono, poi, è il conseguimento di un traguardo straordinario! Capisco, tu sei una persona per bene, hai fatto un percorso di maturazione personale e continui a procedere nello stesso senso di marcia. La tua anima è libera. Non ti autocensuri, esponi le ombre che ravvisi nell’articolo-racconto, e trovi un pezzettino di tempo da dedicarmi. Dimostri così un sentimento di affetto nei miei confronti, volendo che io maturi nell’anima e nell’uso della penna. Congiuntamente ne benefici anche tu, perché affini le tue potenzialità espressive e sentimentali. È distante da te, la diffusa logica del mettersi su un piedistallo, del giudicare. A te basta accogliere il mio dolore, la mia gioia, le mie inquietudini, la mia prosa, ed entrare in risonanza. Identica condotta che ti offro io. non limitandomi, infatti, solo ad asettiche informazioni, ti comunico le mie valenze espressive, le sofferenze e le letizie che ravviso in me e nei casi umani e naturali che sottopongo alla nostra attenzione. Per me che scrivo il confronto con chi legge, quindi anche con te, è vitale, fisicamente, culturalmente e spiritualmente, e risponde anche ad una profonda esigenza etica, il cercare di recuperare un rapporto di pari dignità tra i due protagonisti in campo, chi scrive e chi legge. Sono, inoltre, convinto che molti lettori, se non tutti potrebbero raccontare la realtà con maggiore afflato e profondità di me e di tanti arruffoni e ciarlatani, mercificati dal denaro. Non a caso invito, caldamente e in più occasioni, molti amici a scrivere, perché ne ravviso potenzialità. Ed anche se per il momento per qualcuno i tempi non fossero maturi, bisogna sempre coltivare la propria autostima e non sottovalutarsi in anticipo. Le sorprese, la meraviglia anche con sé stessi, sono sempre dietro l’angolo. Scrivo innanzitutto per me, per tentare di capire la complessità del mondo e degli uomini e per emozionarmi. E offrirmi sogni. Guai se mancassero dall’orizzonte del vivere! Possibilmente, poi, per porgere le mie riflessioni, i miei coinvolgimenti emotivi, le utopie a persone che intendono dedicare qualche minuto di attenzione, consentendo anche a sé stessi di riflettere, di emozionarsi, di meravigliarsi, se ne hanno voglia o ne colgono spunti nella lettura dell’articolo. Leopardi palava di “sudate carte”. Sperimento sulla mia pelle e nella mia anima la verità della riflessione del grande vate, come fanno tutti quelli che si mettono in gioco privilegiando la fatica e la gioia della riflessione meticolosa, la raccolta dei dati nei documenti o nel campo, per ogni pezzo che produco. Infinite ore di lavoro. Ti ricordi quando diversi anni fa raggiunsi nel pieno della notte, mentre tutta la città dormiva, la tua plancia di comando, il forno, il tuo laboratorio artigianale, i suoi profumi, e vissi insieme a te e a Luca, tuo figlio, il vostro coinvolgimento fisico, culturale e spirituale nella produzione di pane, taralli, biscotti? E solo in parte, nonostante l’impegno e la determinazione, riuscii a comunicare ai lettori il dramma quotidiano, intriso di tragedia, commedia e farsa, che tu vivi, assieme a Luca ed alla dolcissima Angela, attratta dal miraggio della laurea in naturopatia a settant’anni. Che non si comprende quando in mattinata a tarda ora si accede al negozio e si va via con una busta di carta, contenente le prelibatezze da voi prodotte, ancora calde. Dramma che può essere compreso in ogni occasione e solo in parte da chi si avvezza ad osservare la vita con consapevolezza ed empatia. Ti assicuro, però, che ne vale la pena. Quanto ho imparato scrivendo e confrontandomi! La mia scrittura è diventata più sciolta e più chiara. Quante bellissime relazioni umane sono sorte. Di quante problematiche ho inteso i risvolti più intimi e controversi. Naturalmente, ho ancora moltissima strada da percorrere, grazie anche all’aiuto tuo e a quello di tutti gli eventuali lettori. Non mi importano i canoni estetici, le mode, i ritmi, le scuole. Rifuggo dall’omologazione estetica. Le tematiche che affronto devono toccare la mia sensibilità e la mia storia. Privilegio esprimere me stesso con i miei tempi e le mie modalità. Non vado alla ricerca del consenso, perché tradirei il motivo fondamentale per cui scrivo, l’assaporare la vita, nelle sue luci ed ombre, apprezzarne le numerose forme di bellezza, nascoste nei dettagli. Le grandi emergenze artistiche ed umane mi entusiasmano, ma anche le marginalità meravigliose che sono sempre sotto i nostri occhi e spesso non riusciamo a vedere. Non voglio sfiorare la vita con le tante apparenze e futilità! Intendo gustarla con pregnante consapevolezza e piacere come si fa con un caffè fatto in casa, con una genuina fetta di torta prodotta da mani proprie o di persone care. Non mi interessa la fretta. Quante volte nell’arco della giornata sento dire” non ho tempo”. Io ne ho, ed è sufficiente per essere me stesso nel percorrere un itinerario di ricerca insieme a chi viaggia sulla stessa lunghezza d’onda e tiene presente fari luminosi davanti a sé. Non a caso ogni mattina faccio yoga, non a caso vado sovente a piedi o in bicicletta, non a caso escludo dalla mia alimentazione prodotti che fanno soffrire altri esseri viventi e devastano il territorio, non a caso mi fermo a dialogare con immenso piacere con la gente comune, sapendo ogni volta che ogni incontro culla il sacro, non a caso i libri ed i giornali sono il mio pane quotidiano. Vorrei concludere la mia umana giornata sulla Terra, continuando ad esprimerla e viverla come faccio attualmente con le parole del grande Pablo Neruda: “Confido que he vivido!” (Confesso che sono vissuto!) Grazie. Con affetto. Ti voglio bene Mimmo

Leggerti è sempre un piacere, spesso mi ritrovo con nostalgia a sentire quei sapori…odori antichi che hanno accompagnato gli anni dell’adolescenza .Vorremmo Mimmo ritrovare quei valori antichi Rispetto Amicizia Amore valori che in te sono autentici.

Leggerti è commuovente ed entusiasmante al tempo stesso . L”anima e il cuore palpitano d”emozioni a cui fanno sequito sgorganti e rinascenti altre profonde riflessioni e nuove altre anche altre personali riflessioni e parole . Perché Leggendoti , esse hanno il potere di farci , scendere ed approdare sempre piu dentro le nostre profondità e comuni profondità” le raggiunte e contattandole, ciò le risveglia , infatti di chi legge , viene spinto a sua volta in esse rituffarvisi i e a farne riemergere da quel profondo , sempre di nuove . Queste ,profondita” , simili alle profondita” degli oceani , vanno a trovare e ripescerne sempre di più profonde stupefacenti , vere e per nuove e meraviglie . Ed è li’ in questi senpre piu’ profondi fondali , nei suoi sempre più che , precedenti e nuove emozioni , pulsazioni , battiti emozionale di cuore , insieme s’uniscono ev fluttuano. In mari senza tempo. Li, senpre piu’ vitali e nuove parole nascono . Li giunte navigando , , inebrianti ed estasianti da nuove visioni , nuotando in esse s”incontrano , dando vita ad altre nuove parole. Esse capaci di , portarci ancora , sempre più in profondita”. Si finisce allora ad essere , lettori , spettatori e partecipanti insieme a te Mimmo scrivente . Li le emozioni e le risfessioni , tuffandosi , fluttuanti , abbeverate e nutrite d’ altre nuove parole e pensieri , riemergendo , ridanno voce e vita ad altre che sgorgano dai più profondi abbissi di cuore ❤️ ed anima , per di nuovo emergendo , risgorgare . Li , sacralità e divinità tra , tuffi di mari di vita , sollecitati e nutriti dal pululare di nuove parole ed aggiunte nuove riflessioni , si rincorrono e susseguono , ricreandone e dandone altro ascolto e voce .Esse, continuando ad attingere dal profondo , di mari di vita , vivono di vita propria e senza i limiti degli spazzi o del tenpo continuano a fluttuare ed in esse e con esso , navigare . . .

Scritto a getto , da smussare e risistemare ciao buon nuovo giorno di navigazione di parole di vita

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